La sfida per il controllo di Fondiaria-Sai rimane aperta con due fazioni a fronteggiarsi: da una parte, Unipol, sostenuta da Mediobanca e Unicredit; dall’altra, Palladio e Sator. E mentre il gioco si fa sempre più duro, complicato anche da un complesso intreccio di interessi, in uno studio di ieri, gli analisti di Equita Sim hanno cercato di evidenziare i pro e i contro delle due diverse offerte. Tra le altre cose, le due finanziarie guidata da Roberto Meneguzzo e Matteo Arpe propongono per la compagnia assicurativa una ricapitalizzazione complessiva da 800 milioni, contro gli 1,1 miliardi previsti dal piano bolognese, che tuttavia prevede anche l’integrazione di Premafin nel nuovo gruppo. La proposta di Sator e Palladio, secondo la Sim milanese, presenta «il vantaggio evidente di essere più semplice, di chiedere molti meno soldi al mercato e di evitare di far gravare il debito di Premafin su Fondiaria». Allo stesso tempo però, comporta un rafforzamento patrimoniale della compagnia che fa ancora capo alla famiglia Ligresti inferiore di quanto non stabilito nel piano di Via Stalingrado, «visto che l’effetto negativo di Premafin sarebbe più che compensato dal maggior aumento di capitale previsto da Unipol e dall’apporto di capitale in eccesso» da parte del braccio assicurativo del gruppo bolognese. «Allo stato attuale – aggiungono gli esperti di Equita Sim – sottolineiamo inoltre che giocano contro Sator e Palladio i seguenti fattori: la proposta Unipol è in uno stadio dell’iter di autorizzazione da parte delle autorità nettamente più avanzato; manca di una garanzia sul rischio mercato dell’aumento di capitale; la ristrettezza dei tempi necessari per ottenere il via libera rispettando la necessità per Premafin di chiudere il bilancio in ottica di continuità aziendale». E se Equita snocciola i pro e i contro dell’offerta di Sator e Palladio, l’Ansa di ieri riferiva di una «recente» presa di posizione forte delle Generali contro la proposta alternativa a Unipol giunta dalle due finanziarie. Sembra che le indiscrezioni fossero riferite a fatti vecchi di qualche mese, cosa che potrebbe supportare la tesi secondo cui nella recente uscita dell’ex ad del Leone, Giovanni Perissinotto, un ruolo determinante potrebbe averlo giocato la vicenda Fonsai.Tanto più che Perissinotto è molto vicino a uno dei due timonieri di Palladio, Roberto Meneguzzo. Secondo l’Ansa, la holding vicentina avrebbe formalizzato ai soci del veicolo Vei la richiesta di investire circa 130 milioni nell’operazione Fonsai, ma avrebbe dovuto incassare il «no» delle Generali. La cosa, tuttavia, è stata smentita da fonti vicine alla finanziaria con base in Veneto, che hanno puntualizzato: «L’operazione Fonsai riguarda solo Palladio Finanziaria. Nessuna proposta in ordine alla suddetta operazione è stata recentemente sottoposta a Vei Capital che non l’ha quindi neanche esaminata». Intanto, per il riassetto della galassia Ligresti, il calendario è serrato: ieri i cda di Fonsai e Milano Assicurazioni che avrebbero dovuto deliberare sull’offerta Unipol e analizzare quella alternativa di Palladio e Sator sono stati riuniti fino a tardi, mentre c’è attesa per l’assemblea dei soci di Premafin di oggi chiamata a deliberare sull’aumento di capitale riservato a Bologna. Soprattutto dopo che venerdì, opponendosi al rifiuto della manleva, gli azionisti della holding, Jonella e Paolo Ligresti, potrebbero avere inferto un duro colpo alla maxi-aggregazione con Unipol.